L’Autore dell’articolo pone l’attenzione sull’imposta di successione sui grandi patrimoni che si presenta, dopo l’approvazione della legge di conversione del decreto fiscale collegato alla Finanziaria, come un’imposta dimezzata, poiché il minimo imponibile di un milione di euro non si applica a tutte le ipotesi di successione. Ciò appare in contrasto con le dichiarazioni programmatiche politiche e suscita perplessità sul piano della coerenza giuridica di un istituto che è imposta unitaria e non somma di imposte distinte. La franchigia di un milione di euro è limitata solo agli eredi diretti ed al coniuge, con la conseguenza che si creano due imposte dal punto di vista della capacità contributiva: la prima nella quale l’elevata intassabilità per gli eredi diretti è un elemento strutturale dell’imposta; la seconda che, invece, ha una struttura diversa, mancando questo elemento. La disparità di trattamento dei beneficiari si realizza in queste imposte con la differenza delle aliquote.
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