Società salve sull'ambiente

Pubblicato il 15 dicembre 2008

Con due sentenze di quest'anno, la n. 41239 e la n. 30412, la Cassazione si è occupata dell'applicazione del decreto 231 del 2001 sulla responsabilità delle società in caso di illecito commesso da propri dipendenti.

Con la prima decisione, la Corte di legittimità ha escluso, allo stato, la possibilità di estendere l'area dei reati presupposto, compresa nel decreto 231, anche agli illeciti ambientali. E ciò, nonostante l'originaria legge delega del 2000 avesse espressamente ricompreso anche tale categoria di reati.

Con la seconda pronuncia, poi, la Cassazione ha spiegato che il provvedimento con cui viene inflitta una misura cautelare alla società può rimandare, quanto alla motivazione, al procedimento nei confronti del dipendente, sempre che l'atto di riferimento sia conosciuto dalla società e che il rinvio risulti congruo e consapevole. Inoltre - precisano i giudici di legittimità - la validità della misura interdittiva decisa in via cautelare deve essere sempre oggetto di una esplicita valutazione sull'esistenza del reato presupposto e sul vantaggio o profitto tratto dall'ente per la commissione dell'illecito.

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