La Suprema corte di legittimità, con sentenza n. 6865 del 2009, ha ritenuto scorretto il comportamento tenuto da un'impresa che, insoddisfatta di un credito nei confronti di altra azienda, aveva diffuso la notizia tra i clienti comuni. Secondo la Cassazione, in particolare, la diffusione della notizia dell’esistenza di un debito, se non è giustificata dalla necessità di reagire ad una scorrettezza, integra un atto di concorrenza sleale importando, indubbiamente, il discredito dell’azienda concorrente.
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