E’ elusiva la scissione totale di una società immobiliare non sorretta da strategie imprenditoriali o esigenze organizzative. A maggior ragione se la base azionaria è formata da soggetti legati da vincoli di parentela. In tal caso, l’operazione potrebbe, infatti, realizzare uno scioglimento societario con relativa assegnazione ai soci del patrimonio immobiliare, configurandosi dunque come uno strumento più calzante sul piano giuridico, ma fiscalmente più oneroso. Su queste motivazioni si fonda il parere n. 18 del Comitato consultivo per l’applicazione delle norme antielusive, reso noto ieri. Il parere del Comitato muove dal caso di una società immobiliare di gestione, che possiede un immobile a uso abitativo e con un capitale sociale ripartito in parti uguali fra tre nuclei familiari, e che vuole effettuare una scissione totale non proporzionale con la divisione fra tre nuove società, ciascuna posseduta autonomamente dai tre diversi nuclei familiari. Per il Comitato “si ricava una netta tendenza, circa la gestione dell’immobile in seno alla società istante, verso la disdetta delle locazioni a terzi, in favore di una crescente utilizzazione diretta delle unità immobiliari da parte degli azionisti”.
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