La disobbedienza fiscale contro gli studi di settore inneggiata dai commercialisti non si ferma davanti al richiamo all’ordine dell’agenzia delle Entrate. Il presidente del Consiglio nazionale, Tamborrino, afferma che “le larvate minacce dell’Agenzia” li lasciano indifferenti e che l’esortazione ai professionisti di compilare fuori dai termini i modelli degli studi e di valutare con i propri clienti l’opportunità di non adeguarsi non configura illeicità. La protesta, aggiunge, sarà sempre improntata al rigoroso rispetto della legge e presto si risponderà ai rilievi dell’Agenzia con un dettagliato documento. Intanto, anche la controparte sta preparando un dossier difensivo atto a dimostrare con statistiche e situazioni tipo che gli incrementi dei ricavi presunti sarebbero al di sotto delle percentuali circolate finora e che il più contestato indice di normalità, ossia il valore aggiunto per addetto, risulterebbero livelli inferiori a quelli Istat.
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