Confimi Industria appoggia lo sciopero indetto dalle sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec ed Unico) per la disapplicazione o applicazione facoltativa degli Isa: “La misura è colma anche per gli imprenditori e i collaboratori interni alle aziende”.
La Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata, con un comunicato stampa pubblicato sul sito, definisce la protesta “più che condivisibile. Dal 2015 ad oggi oltre 50 le complicazioni ad alto impatto operativo”, pertanto consiglierà - spiega Flavio Lorenzin, Vice Presidente di Confimi Industria con delega alle semplificazioni, fisco e rapporti con la Pa - alle aziende associate (40 mila imprese) di non ostacolare lo sciopero.
Quella degli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale (Isa) - si legge - è solo l’ultima delle vicende che si sono tramutate in complicazioni, troppo spesso in spregio ai principi dello Statuto del Contribuente.
Intanto, sta giungendo agli iscritti delle sigle dei commercialisti una comunicazione in cui si chiarisce che l’adesione alla protesta, attraverso il mancato invio dell’F24 del professionista nei giorni 30 settembre e 1° ottobre e l’astensione dalle commissioni tributarie per otto giorni consecutivi a partire dal 30 settembre, “non produrrà, a carico dei colleghi, il pagamento di sanzioni o interessi”.
Almeno dieci giorni prima dello sciopero sarà inviata, come da Codice che regolamenta lo sciopero dei commercialisti, una lettera ai clienti.
Confimi Industria chiede al nuovo Governo di introdurre subito tre cose:
“Quella delle coperture è una scusa che si ripete da decenni e che, se avesse l’effetto teorizzato, avrebbe già portato il bilancio dello Stato in ampio avanzo da tempo”, così è bollata la reiterata giustificazione del Mef alle proposte sugli Isa avanzate delle categorie.
Nel comunicato si pone l’accento sulla soluzione dei commercialisti della disapplicazione o applicazione facoltativa degli Isa, che andrebbe accolta dall’Amministrazione con serenità, eventualmente riconoscendo la possibilità – per chi riscontra esagerate anomalie dall’applicazione dei nuovi indicatori – di applicare ancora gli Studi di Settore nell’attesa che per il futuro (come già annunciato) lo strumento sia affinato.
Confimi Industria allarga il raggio alla situazione dei disagi che derivano dai ritardi e dai cambiamenti in corsa. Va risolta una volta per tutte sulla scia dei principi previsti dallo Statuto del Contribuente.
La ricetta Confimi: serve una norma generale di spontaneo (ri)equilibrio che in caso di rilascio tardivo non solo dei provvedimenti attuativi ma anche della modulistica, delle istruzioni e dei software, così come la loro modifica o aggiornamento, determini l’automatico riconoscimento al contribuente della possibilità di ricorrere ad un adempimento integrativo (dichiarazione e/o comunicazione) senza sanzioni ed entro un periodo corrispondente ai giorni di ritardo accumulati dall’Amministrazione finanziaria e comunque mai inferiore a 60 giorni
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