Le misure previste dalla Finanziaria 2007 volte a favorire la stabilizzazione dei contratti a progetto e la loro trasformazione in lavoro subordinato faticano a decollare. Oggi sono circa un centinaio le aziende sul territorio nazionale che hanno avviato il discorso della stabilizzazione anche se il cammino si è fermato alle vicende del gruppo Almaviva. Sull’argomento non sono mancati però interventi mirati, come per esempio la “circolare Damiano” n. 17/2006 sulla regolarizzazione dei contratti a progetto nei call center, l’Avviso comune firmato tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria e, da ultimo, le norme appunto contenute nella manovra fiscale per il 2007, che consentono alle imprese di stipulare entro il 30 aprile 2007 accordi sindacali aziendali o territoriali per disciplinare l’assunzione dei collaboratori con contratti di lavoro subordinato in ogni comparto produttivo. Nonostante gli accordi sembrano procedere a ritmo serrato, la stabilizzazione auspicata dalla legge di bilancio, con tanto di agevolazioni per i contributi Inps arretrati, stenta a decollare. Tanto che già si ipotizza una richiesta di proroga.
Anche se aperto la strada a due regolarizzazioni in materia di lavoro, il quadro normativo della vecchia sanatoria 2001 resta ancora incompleto. Dopo cinque anno, infatti, manca ancora il decreto del ministero del Lavoro che consentirebbe ai (pochi) lavoratori emersi di integrare i contributi previdenziali. Secondo la norma la ricostituzione avviene mediante contribuzione volontaria, integrata fino al 66% della quota a carico del datore di lavoro da un fondo previsto dalla Finanziaria per il 2001.
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