Garantire un salario più equo e adeguato riducendo le disuguaglianze retributive e tutelando la dignità del lavoro e dei lavoratori. E' l'obiettivo che si propone l'UE con la proposta di direttiva in materia di salario minimo, sulla quale Consiglio UE e Parlamento europeo hanno raggiunto, nella tarda serata del 6 giugno 2022, un accordo politico provvisorio.
L'accordo segna un importante passo avanti nel lungo iter legislativo avviato nel 2020.
Vediamo cosa prevede e quali sono i futuri step.
Nell'UE la tutela del salario minimo è attualmente garantita:
Secondo le più recenti statistiche Eurostat (dati 2021), i salari minimi mensili legali variano da 332 euro (in Bulgaria) a 2.202 euro (in Lussemburgo).
La Commissione UE (documento di lavoro che accompagna la proposta di direttiva) ha evidenziato che negli Stati membri in cui la protezione del salario minimo è fornita da contratti collettivi, i salari sono generalmente più elevati rispetto ai salari minimi legali di altri Paesi.
Nella maggior parte dei Paesi in cui i salari minimi sono fissati dalla contrattazione collettiva, il livello di copertura è pari o superiore all'80% mentre nei Paesi con un salario minimo nazionale legale, il tasso di copertura è molto vario.
Negli ultimi anni però si registra una tendenza al ribasso in termini di copertura della contrattazione collettiva.
In Italia, ad oggi, sono state presentate diverse proposte di legge in Parlamento che mirano all'introduzione di un salario minimo legale.
In particolare, si segnala il disegno di legge n. 658 (Nunzia Catalfo ed altri - Disposizioni per l'istituzione del salario minimo orario ), adottato quale testo base e discusso congiuntamente ai disegni di legge S.310 (LAUS ed altri -Istituzione del salario minimo orario), S.1132 (Nannicini ed altri - Norme in materia di giusta retribuzione, salario minimo e rappresentanza sindacale), S.1259 (Laforgia - Salario minimo e validità erga omnes dei contratti collettivi nazionali di lavoro), S.1232 (C.N.E.L. - Codice unico dei contratti collettivi nazionali di lavoro), S.2187 (Catalfo ed altri - Disposizioni in materia di salario minimo e rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva).
L'ultimo testo presentato è la proposta di legge n. 3439, d'iniziativa del deputato Fratoianni, dello scorso 12 gennaio.
L'iter è stato avviato il 28 ottobre 2020 con la presentazione, da parte della Commissione europea al Consiglio UE e al Parlamento europeo, di una proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea (COM(2020)682).
La proposta mira a stabilire prescrizioni minime nell'UE per garantire salari minimi adeguati, sotto forma di salario minimo legale o di salari determinati nell'ambito di contratti collettivi.
Il Consiglio UE ha approvato la sua posizione nella sessione del 6 dicembre 2021, mentre il Parlamento ha adottato il mandato negoziale il 25 novembre 2021.
Da gennaio di quest'anno si contano 8 tornate negoziali tra il Consiglio e il Parlamento europeo che hanno condotto all'accordo raggiunto del 6 giugno 2022.
Sull'accordo si attende ora una votazione formale in seno al Consiglio UE e al Parlamento europeo.
L'accordo raggiunto lunedì 6 giugno 2022 interviene, in particolare, su tre direttrici:
N.B. E' importante fare notare che la proposta di direttiva non obbliga gli Stati membri in cui il salario minimo è tutelato esclusivamente tramite contratti collettivi, come l'Italia, a introdurre un salario minimo legale.
Gli Stati membri con salari minimi legali dovranno valutare se il salario più basso consentito dalla legge nazionale è adeguato per garantire un tenore di vita dignitoso, tenendo conto delle proprie condizioni socioeconomiche, del potere d'acquisto o dei livelli di produttività nazionale.
I salari minimi legali dovranno essere aggiornati almeno ogni 2 anni o al massimo ogni 4 anni per i Paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica. Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure di definizione e aggiornamento degli stessi.
Ai fini della valutazione di adeguatezza, i Paesi UE potranno istituire un paniere di beni e servizi a prezzi reali o applicare valori di riferimento indicativi comunemente usati a livello internazionale, come il 60% del salario medio lordo e il 50% del salario medio lordo.
La direttiva mira a rafforzare la tutela dei lavoratori attraverso l'estensione e la promozione della contrattazione collettiva, considerata uno strumento di garanzia di salari minimi adeguati.
In presenza di un tasso di copertura della contrattazione collettiva inferiore alla soglia dell'80% gli Stati membri dovranno definire un piano d'azione per promuovere la contrattazione collettiva, coinvolgendo le parti sociali e informando la Commissione UE delle misure adottate.
Il testo concordato, infine, introduce l'obbligo per i Paesi UE di istituire un sistema di monitoraggio, di controlli e di ispezioni al fine di rendere effettiva la tutela dei lavoratori in materia di salario minimo contro fenomeni quali i subappalti abusivi, il lavoro autonomo fittizio, gli straordinari non registrati o lo sfruttamento del lavoro.
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