Con il riordino delle procedure concorsuali, le cui nuove regole operano da domenica 16 luglio, sono stati definiti specifici parametri patrimoniali ai fini della dichiarazione di fallimento: ne restano esclusi i piccoli imprenditori, cioè i soggetti che hanno investito nell’impresa un capitale inferiore a 300mila euro o quelli che hanno realizzato ricavi annui sotto i 200mila. Come pure quanti abbiano accumulato debiti in cifre inferiori a 25mila euro. In questi casi, l’impossibilità di aprire il fallimento farà tentare ai creditori la via delle esecuzioni personali (mobiliari o immobiliari). Di conseguenza, a una probabile riduzione dei fallimenti farà da contraltare una moltiplicazione delle esecuzioni forzate. Una possibile ripercussione è l’aumento esponenziale del numero dei pignoramenti e delle espropriazioni immobiliari, che appesantirà i ruoli nelle sezioni esecutive.
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