Le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno concluso i lavori per la proposta di riforma fiscale: ora il documento finale passa nelle mani del Governo che dovrà affidare la stesura di un testo ad una commissione di esperti.
I temi inseriti nel documento finale sono tanti tra cui: rivisitazione del forfetario, stop all’Irap, meno Irpef per redditi minori, revisione del calendario dei versamenti, sistema degli accertamenti.
Ma tra i discorsi affrontati è emersa anche l'esigenza di una codificazione della normativa fiscale, racchiudendo nei testi unici già esistenti le altre norme tributarie, non prima di aver operato una sostanziosa semplificazione. In aggiunta, la proposta di portare lo Statuto dei diritti del contribuente (legge n. 212/2000) a rango costituzionale almeno nelle parti in cui si tratta della certezza del diritto e della irretroattività delle norme fiscali.
Capitolo lotta all’evasione: la richiesta è di mettere da parte strumenti preventivi di accertamento, come redditometro, indagini finanziarie sulle imprese o le società di comodo. Attraverso le banche dati a disposizione, è possibile ricostruire in modo analitico il reddito imponibile di persone fisiche e imprese. Obbligatorietà, poi, del contradditorio preventivo fra contribuente e Fisco.
L’intento è di limitare gli scaglioni Irpef ma soprattutto ridurre il peso fiscale per i contribuenti tra i 28mila e i 55mila euro.
Per i redditi più minori e per quelli coperti dai trattati internazionali contro le doppie imposizioni, previsto l’inserimento di un minimo esente senza necessità di dichiarazione. Inoltre, più facilitazioni per i giovani under 35.
La riforma prevede anche l’eliminazione dell’Irap, per partite Iva, che andrebbe inclusa nelle imposte esistenti. Sarà inserita una clausola che non consenta di spostare il carico sul lavoro dipendente.
Confermata la flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro di ricavi o compensi; al superamento, per non essere sottoposti da subito all’Irpef ordinaria, si potrà scegliere di rimanere nel regime forfettario pagando un’aliquota del 5% in più per due anni.
Sempre per soggetti con partita Iva, viene reintrodotta l’Iri - Imposta sul reddito dell’imprenditore – che avrà un sistema di aliquote proporzionali.
Verrà modificato l’attuale sistema del pagamento delle imposte nei mesi di giugno e novembre con l’introduzione di pagamenti rateali mensili.
Dunque, il versamento del secondo acconto potrebbe avvenire in un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o in sei rate mensili di pari importo da gennaio a giugno dell’anno seguente.
Questo prevede la contestuale eliminazione o la riduzione della ritenuta d’acconto.
Condivisione delle proposte arriva dai commercialisti. Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, ha dichiarato che quanto presente nel documento conclusivo è sicuramente “una buona base di partenza per il lavoro che attende nelle prossime settimane il Governo, il Parlamento e la Commissione tecnica di nomina governativa”.
Infatti, prosegue, le decisioni prese coincidono in gran parte con le priorità indicate nei giorni scorsi nel Manifesto per la riforma fiscale, tra le quali figurano la richiesta dell’abrogazione dell’Irap, il ripristino dell’equità orizzontale e verticale dell’Irpef, l’avvicinamento tra bilancio civilistico e fiscale, ed ancora una riscossione più efficiente e meno costosa, la codificazione tributaria e l’elevazione al rango costituzionale dei principi fondamentali dello Statuto del contribuente, un rapporto fisco-contribuenti più equilibrato e un sistema sanzionatorio più proporzionale.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".