Riforma Cassa forense: nuovi limiti di età pensionabile, soggettivo al 13% e integrativo al 4%

Pubblicato il 08 dicembre 2009

Per 6 anni, quindi fino al 2015 se la riforma sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale entro l’anno in corso, gli avvocati dovranno applicare il contributo integrativo pari al 4% anziché al 2%. E’ una delle conseguenze dell’approvazione della riforma previdenziale forense da parte della Cassa medesima il 5 dicembre scorso. Ora il testo ripasserà al ministero del Lavoro per potere essere pubblicato.

Il testo prevede anche una rimodulazione dello scalone per l'aumento a 70 anni dell'età pensionabile, con entrata a regime nel 2021: per i primi due anni l’aumento di un anno per età e contributi si avrà ogni 36 mesi; dal 2017 l’aumento avverrà invece ogni 24 mesi. Se nel 2011 sarà possibile andare in pensione con 66 anni di età e 31 di contribuzione nel 2019 ci vorranno 69 anni di età e 34 di contributi, ma nel 2021 si potrà lasciare con 70 anni di età e 35 di contributi.

Stabilito anche un aumento del contributo soggettivo dal 12 al 13% che avrà effetto per le pensioni dei più giovani.

Marco Ubertini, Presidente della Cassa forense, ha spiegato che l’aumento dell’integrativo permetterà alla Cassa un periodo di sostenibilità di 50 anni e quindi garantire un futuro alle giovani generazioni che si avvicinano alla professione.

La cassa forense, applicando il sistema retributivo, non è toccata dall’approvazione in commissione lavoro alla Camera del disegno di legge n. 1524 che fissa l’aumento del contributo integrativo per le casse dei professionisti fino al 5%.

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