La Cassazione, con la sentenza n. 4829 del 27 febbraio 2009, ha condannato, ai sensi del nuovo articolo 385 del c.p.c., una parte a pagare nei confronti dell'altra 5mila euro poiché aveva agito in giudizio con colpa grave. Si ha lite temeraria, precisa la Corte, anche quando il ricorso risulta, già alla prima evidenza, di per sé inammissibile. Nella vicenda esaminata dai giudici di legittimità, un'amministratrice di società, coinvolta in una bancarotta, aveva presentato un ricorso in Cassazione nel quale, oltre ad avere omesso negligentemente la formulazione dei quesiti di diritto, la stessa si era limitata a riproporre le questioni di merito già decise dai giudici d'appello sollevando, altresì, censure del tutto generiche ed inidonee.
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