Reato continuato Aumenti di pena con limiti

Pubblicato il 11 febbraio 2017

Il giudice dell’esecuzione, nell’applicazione della disciplina del reato continuato, non può quantificare gli aumenti di pena per i reati-satellite in misura superiore a quelli fissati dal giudice della cognizione con la sentenza irrevocabile di condanna.

E’ questo il principio di diritto sancito dalle Sezioni Unite penali di Cassazione con ordinanza n. 6296 depositata il 10 febbraio 2017, pronunciata per rispondere ad una questione sottopostale in materia di quantificazione della pena in materia di reato continuato, una volta individuato il reato più grave in applicazione del disposto di cui all’articolo 187 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale.

Nel dettaglio, era stato chiesto al massimo Collegio di legittimità se il giudice dell’esecuzione potesse quantificare l’aumento di pena relativo ai singoli reati-satellite, già uniti in continuazione dal giudice della cognizione, in misura superiore a quella originariamente indicata, quando il risultato finale della operazione si fosse mantenuto nei limiti fissati dal comma 2 dell’articolo 671 del Codice di procedura penale.

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