Sul vasto e complesso mondo di Internet ancora molta strada si deve fare in vista della chiarezza e tutela degli utenti finali. Anche ai fini della lotta al crimine sono state prese delle decisioni importanti in tal senso. Il Procuratore nazionale antimafia e il Garante della Privacy stanno cooperando con lo scopo di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di riservatezza e di indagine. Si è discusso, a tal proposito, animatamente sull’opportunità e utilità di conservare una serie di dati sensibili, come le tracce di navigazione in internet. Ciò rappresenterebbe un passo avanti nelle indagini sulla pedopornografia, ma anche sulle truffe, terrorismo e mafia. Il tutto però, potrebbe ledere i diritti di riservatezza dei cittadini: ecco perché il braccio di ferro tra chi deve fare indagine per reprimere i reati e chi deve difendere i principi come la privacy dei cittadini onesti è solo all’inizio e, di sicuro, non facile da gestire.
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