A causa delle perplessità degli uffici legislativi della Presidenza del Consiglio e del Ministero della Giustizia, il decreto correttivo sul diritto fallimentare è stato bloccato per la seconda volta. Gli uffici legislativi hanno messo l’accento su alcune criticità del decreto e la decisione sulla presentazione in Consiglio dei Ministri è stata rimessa ancora una volta nelle mani del ministro della Giustizia Clemente Mastella. I tecnici governativi hanno sottolineato soprattutto tre aspetti critici della bozza concordata nell’incontro di martedì. In primo luogo, la disposizione che sottrae al giudice delegato il potere di approvazione del programma di liquidazione, lasciandogli invece un potere di autorizzazione dei singoli atti di vendita, rappresenta un ulteriore arretramento sul fronte delle verifiche sulla correttezza delle condotte. In secondo luogo, l’affidamento dei piani di attestazione anche agli avvocati oltre che ai revisori, non sembra garantire una sufficiente competenza e professionalità. Infine, la soppressione della segnalazione dei sindaci per l’apertura del fallimento sembra andare in controtendenza rispetto alla volontà di favorire l’emersione tempestiva della crisi d’impresa.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".