La manovra bis razionalizza il contributo unificato per i giudizi amministrativi. Ciò fa registrare un sostanziale aumento dei costi: modificando il Testo unico sulle spese di giustizia (decreto presidenziale 115/02), attraverso l’introduzione, per i ricorsi dinnanzi a Tar e Consiglio di Stato, del contributo fisso di 500 euro, il Governo interrompe la regola seguita sino ad oggi, di proporzionalità tra contributo dovuto e valore della causa. Si passava da 62 euro per le controversie con valore superiore a 1.033 euro e fino a 5.165 euro, a 930 euro per le liti di valore superiore. Il contributo veniva fissato nella misura di 310 euro, se il contenzioso era di valore indeterminabile. Per le domande di sospensione, per le quali allora non si richiedeva alcun contributo, oggi il costo è di 250 euro, in primo e in secondo grado di giudizio. Con l'aumento dei contributi l’intento dell’Esecutivo é scoraggiare le istanze “temerarie”, aiutando lo sfoltimento dei ruoli di Tribunali amministrativi e Consiglio di Stato e il finanziamento diretto del comparto della Giustizia amministrativa.
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