Patto di quota lite legittimo se non c'è l'attività difensiva
Pubblicato il 03 ottobre 2014
Il
divieto di patto di quota lite non si estende ai consulenti del lavoro, neanche per il pregresso rispetto alla legge Bersani.
È quanto stabilito dalla Corte di cassazione con la sentenza n.
20839, Seconda sezione civile, depositata il 2 ottobre 2014.
La motivazione sta nel fatto che
la norma interessa prettamente chi svolge un'attività difensiva.
Cos'è il patto di quota lite
La pattuizione tra l'avvocato o il professionista e la parte patrocinata del compenso in tutto o in parte nella forma di una quota del bene oggetto della prestazione professionale.
Il divieto di tale accordo è stato stabilito dalla legge Bersani e reintrodotto dal nuovo ordinamento forense, ma prima della legge Bersani non era in vigore.
Tuttavia, la Cassazione spiega che,
comunque, il codice civile prevede che il divieto del patto sussiste solo in caso di attività difensiva.
Nel caso di specie
La sentenza si riferisce al caso di un
consulente del lavoro che aveva assistito l'azienda al fine dell'ottenimento di uno sgravio contributivo Inps.
Dunque,
l'attività non aveva carattere di patrocinio difensivo, pertanto il patto è lecito.