Nei “Principi” per i revisori negli enti locali, che i Consigli nazionali dei dottori commercialisti e ragionieri hanno elaborato assieme alla Corte dei Conti e sottoposto all’attenzione degli Ordini prima della loro pubblicazione, si percepisce chiaramente come i professionisti non si rassegnino al taglio degli organi di revisione nei Comuni, imposto dall’articolo 1, comma 732, della Finanziaria 2007. Anzi rilanciano, chiedendo di “rivedere presto la norma che altrimenti rischierebbe di minare alla radice la credibilità dell’intero sistema dei controlli” e anche di riguardare il sistema di nomina “per assicurare in modo concreto l’indipendenza dei revisori”. Sia i commercialisti che i ragionieri non hanno, dunque, nessuna intenzione di abbandonare il campo, ma sperano anzi di giocare un ruolo chiave nel processo di riforma della contabilità degli enti locali. Essi sono, infatti, sempre più convinti che la contabilità finanziaria non sia più sufficiente a gestire e rappresentare i risultati degli enti locali, che sono ormai delle strutture complesse attorno alle quali ruota un sistema di società partecipata in rapida espansione. Per tali ragioni, gli stessi professionisti, in attesa di "una riforma radicale" cercano di anticipare questa evoluzione prevedendo l'obbligo (almeno per gli enti maggiori) del bilancio consolidato e cercano di intervenire anche sulle modalità con cui si esercita la revisione.
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