P Day. I settecentomila "lavoratori intellettuali" utili al Paese
Pubblicato il 02 marzo 2012
News, comunicati stampa, lanci di agenzia per dare conto di un evento: la giornata delle professioni.
Vi hanno preso parte, il 1° Marzo 2012, in vario modo, più di settecentomila professionisti, per un successo atteso dagli organizzatori della manifestazione, protagonisti sul palco – Auditorium della Conciliazione (Roma) – e sotto i riflettori di tv, siti, sale organizzate sul territorio, contatti registrati via internet, email, sms, Facebook, Twitter, collegamenti via Skype con sedi collegate sul territorio.
E’ spettato ai singoli Ordini formulare le proposte di sviluppo nel settore di competenza professionale da consegnare al Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Monti.
Il Presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro – Marina Calderone – ha detto: “
Siamo qui per ribadire che vogliamo dare il nostro contributo per la crescita e il futuro dell’Italia. Si può parlare di riforme, di futuro, partendo da un presupposto: siamo lavoratori intellettuali impegnati a svolgere al meglio il nostro compito”. E: “
Il governo dei tecnici dialoghi con i tecnici: perché la professionalità dei professionisti italiani è utile al Paese”.
Un affondo, in videoconferenza, è invece provenuto dal presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua), Maurizio de Tilla, che ha affermato:
“i professionisti non hanno bisogno dei soci di capitali'' e devono cogliere la
''giornata odierna come una bussola di un'azione politica coerente e costante'' per
''rivendicare l'autonomia e l'indipendenza del settore dalle pressioni dei Partiti e dei Poteri Forti''. E:
''No alle liberalizzazioni selvagge. Il governo Monti ci deve ascoltare''. Pungente nei toni, ha concluso:
''non ci fermiamo di fronte ad alcuni piccoli aggiustamenti al testo del decreto liberalizzazioni e chiediamo con decisione il ripristino delle tariffe e l'esclusione dei soci di capitale dalle società professionali''.
I dottori commercialisti e gli esperti contabili, dal canto loro, hanno citato lo Statuto del contribuente, la revisione legale come valore aggiunto fiscale per le imprese e il rapporto tra il Fisco ed il contribuente quali necessarie proposte per lo sviluppo del Paese. Il Presidente del Consiglio nazionale, Claudio Siciliotti, nel suo intervento, ha affermato:
“Con la prima proposta offriamo al Paese un progetto di legge finalizzato all'aggiornamento e, soprattutto, alla elevazione a norma di rango costituzionale dello Statuto del contribuente. Con il secondo suggerimento, proponiamo che almeno per i contribuenti soggetti a revisione legale deve valere, in caso di instaurazione di un contenzioso fiscale, la presunzione di correttezza formale e sostanziale di quanto dichiarato tale per cui, fino alla sentenza di primo grado, l'esecutività degli accertamenti deve rimanere sospesa. La terza proposta, infine, riguarda un serio intervento in materia di giustizia tributaria per dar vita, sul fronte del rafforzamento delle competenze delle commissioni tributarie, ad una figura di magistrato tributario professionale e specialistica, con percorsi di accesso che valorizzino conoscenze multidisciplinari in ambito giuridico ed economico e garantiscano una composizione delle commissioni giudicanti adeguatamente miscelata tra giudici di estrazione giuridica e giudici di estrazione economico-contabile”.
S’è detto anche dei recenti interventi di Legge che tentano la riforma del sistema nazionale delle professioni ordinistiche; più in particolare, delle Società tra professionisti (Stp). Sul delicato tema è intervenuto Andrea Bonechi, consigliere delegato alla Riforma delle professioni del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, sostenendo:
“La prevalenza del lavoro professionale ed il tetto al capitale fissato al 33% sono un segnale importante perché vuol dire che la politica ha ascoltato il grido di dolore dei professionisti, ma aprono le porte ad successivo e necessario intervento. Infatti, auspichiamo una ulteriore fase in cui la norma sia rivista per correggerne le storture”.
Prova di grande unità tra i professionisti, quella cui si è assistito; di protesta ma più di proposte; di autonomia e indipendenza di tutte le Professioni contro lo spettro delle liberalizzazioni “selvagge”.