Orlandi in audizione, 2016 RECORD sul recupero dell'evasione

Pubblicato il 06 aprile 2017

L'anno passato, il 2016, ha registrato un record nel recupero dell'evasione pregressa: ben 19 miliardi di euro, dei quali 10,5 derivano da attività di controllo sostanziale (anche voluntary disclosure); 8 da attività di liquidazione.

E' "il maggiore risultato mai conseguito" dalle Entrate. Così il direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi, nell'audizione alla VI Commissione Finanze della Camera.

Confronto tra periodi

Rispetto al 2015, quando si recuperarono 14,9 miliardi, vi è dunque un aumento del 28%; rispetto al 2007, anno in cui tornarono alle casse 6,4 miliardi, la cifra è tre volte tanto.

Nel successo raggiunto, una strategia a doppio binario perseguita sulla promozione della compliance e sul contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

Pur tuttavia, con un tax gap delle entrate tributarie e contributive – che tiene conto non solo delle cifre volutamente “nascoste” al Fisco, anche di quelle non dichiarate per errori nella compilazione delle dichiarazioni o per mancanza di liquidità del contribuente – che è pari, nel 2014, a 111,7 miliardi di euro, per l'Italia permane una situazione di criticità rispetto ai maggiori competitori europei. Il prossimo sforzo dovrà incidere sulla struttura produttiva, sulla trasparenza delle procedure e sull’efficientamento dei processi amministrativi, oltreché sul perdurare di efficaci azioni di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale.

Attuate le dovute contromisure, ora come allora, il direttore Orlandi sostiene che “l’Agenzia delle Entrate è costantemente impegnata, con le sue articolazioni deputate al controllo e in collaborazione con la Guardia di finanza, in forme di investigazione, anche congiunta, finalizzate a contrastare i fenomeni di frode ed evasione Iva”.

E, poiché la sola azione di contrasto non è sufficiente a ridurre, significativamente e in tempi ragionevoli, un fenomeno di entità così rilevante, negli anni sono state introdotte iniziative di moral suasion, caratterizzate dall’invio di comunicazioni (lettere di compliance) predisposte in seguito all’incrocio dei dati delle fatture comunicati dai contribuenti sulla base dello spesometro, che consentono loro di ravvedersi spontaneamente usufruendo di condizioni agevolate.

Strategie nostrane 2017

Per quest'anno il Fisco ha introdotto dispositivi come la trasmissione infrannuale dei dati delle fatture e delle liquidazioni periodiche Iva, con il chiaro e dichiarato intento di raggiungere sempre migliori risultati in termini di gettito; di realizzare, attraverso l’adempimento spontaneo, la riduzione dei controlli verso i soggetti a basso rischio e, parallelamente, potenziare il contrasto delle frodi e il recupero dell’evasione pregressa.

Leggiamo dal principale organo di informazione dell'Amministrazione finanziaria che “prioritario è il recupero delle imposte evase, che snaturano la libera concorrenza e creano inefficienze nel mercato, ponendo al centro dell’azione un notevole potenziamento delle attività di contrasto all’evasione dell’Iva”. “A questo scopo sarà rafforzato l’uso delle banche dati e delle applicazioni utili per effettuare analisi di rischio, attraverso una maggiore tempestività di acquisizione dati e della loro elaborazione e messa a disposizione degli uffici e delle Pubbliche amministrazioni con cui sono condivisi i dati acquisiti dall’Anagrafe tributaria. Nel contempo saranno potenziate le misure per il recupero del tax gap Iva, quelle di contrasto alle frodi Iva, quelle finalizzate all’indebita fruizione dei rimborsi fiscali e quelle indirizzate a contrastare efficacemente le indebite compensazioni mediante crediti inesistenti”.

Da ultimo, anche per l'anno 2017 le Entrate saranno impegnate nella gestione delle istanze di collaborazione volontaria: sono stati riaperti i termini per aderire alla relativa procedura. In particolare, fino al 31 luglio 2017 il soggetto passivo d'imposta potrà definire la propria posizione relativa a infedeltà dichiarative di carattere sostanziale connesse alle attività costituite o detenute all’estero, relative ai redditi che servirono per costituire le attività stesse o derivanti dalla loro utilizzazione, come pure violazioni sostanziali non riconducibili a tali attività estere bensì riferibili a fattispecie evasive cd. “interne”.

Riguardo alle attività oggetto della “nuova procedura” di collaborazione volontaria, i termini per l’accertamento e per l’irrogazione delle sanzioni relative alle violazioni in materia di monitoraggio fiscale sono fissati al 31 dicembre 2018.

All'estero?

In campo internazionale, l'Agenzia verificherà fenomeni di fittizia residenza all’estero, individuerà l’illecita costituzione e detenzione di attività all’estero, contrasterà le condotte evasive realizzate attraverso l’interposizione di società e istituti esteri nell’esercizio di attività economiche e nella detenzione di beni in Italia.

Tutto ciò con alla base l'interesse primario di rafforzare il rapporto fiduciario con i contribuenti compliant, puntando sulla facilitazione degli adempimenti tributari e la crescente qualificazione dei servizi erogati, per favorire tanto una maggiore competitività delle imprese italiane, quanto l’attrattività degli investimenti in Italia per le imprese estere che intendono operare nel territorio nazionale.

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