Obiettivo sicurezza: il Testo unico fa poche eccezioni
Pubblicato il 07 aprile 2008
Dopo la pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” del decreto attuativo alla legge 123/2007 - nuovo Testo unico sulla sicurezza del lavoro - i nuovi obblighi di sicurezza coinvolgeranno ora oltre 20mila associazioni di volontariato e quasi un milione di soggetti impegnati in modo spontaneo e gratuito in attività solidaristiche e senza fini di lucro. Il riassetto della disciplina accordato inizialmente solo ai lavoratori subordinati, ai soci di cooperativa e di società e ai tirocinanti viene, dunque, esteso anche ai volontari, che rientrano nella definizione di “lavoratore”. Poche saranno le situazioni di lavoro escluse dall’ambito di operatività del nuovo Testo unico, destinato a tutti coloro che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, subordinata o autonoma, svolgono un’attività lavorativa presso l’organizzazione del datore di lavoro, privato o pubblico, con o senza retribuzione (tra cui rientra anche il caso degli stagisti). Si tratta di una vera e propria innovazione che mira a tutelare indifferentemente ogni fattispecie di lavoro: gli unici rapporti di lavoro a non essere direttamente ricondotti nell’ambito di applicazione del decreto attuativo sono quelli che si riferiscono agli addetti ai servizi domestici e familiari. Tuttavia, è da far presente che la tanta attenzione posta sull’uniformità dei presidi rischia di cogliere in contropiede le varie realtà organizzative per nulla pronte a confrontarsi in termini di prevenzione e valutazione dei pericoli per la salute e la sicurezza di chi lavora. Le stesse organizzazioni di volontariato avranno solo tre mesi di tempo, dall’entrata in vigore del Testo unico per elaborare e dotarsi di un documento di valutazione dei rischi. Tra le categorie di volontari si fanno rientrare non solo quelle che si occupano di sanità, assistenza sociale, ricreative, sportive e impegnate nel settore ambientale, ma anche le realtà in cui trovano spazio i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, della protezione civile e quelli che effettuano il servizio civile. Con le nuove forme di tutela per i lavoratori sorge la necessità di rivedere anche la figura del datore di lavoro, che deve essere individuato in chi, all’interno dell’azienda, ha la responsabilità dell’organizzazione dell’unità in cui chi lavora opera.