Niente proroga per la Pec: il 75% dei professionisti manca all’appello
Pubblicato il 23 novembre 2009
Entro il 29 novembre 2009 i professionisti dovranno comunicare all’Ordine cui appartengono la propria casella Pec, come previsto dal Dl 185/08 (decreto anticrisi). Tuttavia ad un passo dalla scadenza solo il 25% dei professionisti ha provveduto all’obbligo. Solo notai e architetti risultano con la totalità degli iscritti già in regola. C’è da dire che il decreto citato, convertito nella legge 2/2009, non prevede sanzioni in caso di inadempienze.
I principali dubbi che stanno frenando la Pec riguardano: la privacy, poiché gli indirizzi Pec dei professionisti saranno pubblicati in un elenco consultabile, si garantisce, solo dalla Pa; le spese di assicurazione per tutelarsi dagli eventuali rischi inerenti all’archiviazione o all’invio dei dati.
In ogni caso la casella Pec, che garantisce la circolazione dei documenti importanti ed è equiparabile ad una normale raccomandata, costringerà i possessori alla consultazione frequente ed alla conservazione dei documenti ricevuti, giacché la sola ricezione, e non la lettura, in molti casi potrà far scattare la decorrenza dei termini per gli adempimenti. La Pec è gestita da un circuito chiuso che garantisce la consegna dei messaggi dei quali il mittente vuole avere evidenze con valore legale, ossia certezza e attestazione dell’invio e della consegna.
Ma per avere certezza legale anche della sottoscrizione dei documenti inviati, dal momento che la Pec non è un sistema di firma del messaggio, sarà necessario inserire nel messaggio la firma digitale. In proposito l’Ordine dei consulenti del lavoro si è organizzato con il Dui (documento unico di iscrizione), che consiste in una smart card con i dati anagrafici dell’iscritto, la firma digitale ed il certificato di ruolo. Con il Dui associato alla Pec sono assicurati e verificabili l’identità e il possesso dei requisiti professionali dell’iscritto all’Ordine.