In tema di nuovi termini della riscossione, la disciplina transitoria trova ragione nell’obiettivo di garantire tanto l’interesse del contribuente a non essere assoggettato all’azione esecutiva del Fisco per un tempo indeterminato quanto l’interesse dell’Amministrazione finanziaria ad evitare che, nella fase transitoria, un termine decadenziale eccessivamente ristretto possa precludere od ostacolare la notifica delle cartelle di pagamento, relative a dichiarazioni presentate in epoca anteriore rispetto a quella della modifica di legge.
Se le discipline transitorie di leggi tributarie nuove o aggiornate possono sembrare arbitrarie, non vi sono criteri oggettivi che consentano di stabilire la ragionevolezza della proroga o della sospensione di un termine in un regime transitorio. E’ perciò evidente che l’interesse fiscale (su quello del contribuente) è il criterio dominante nella giurisprudenza, per dare contenuto alla ragionevolezza.
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