Per le ricevute che possono dimostrare l’avvenuto pagamento di una imposta, i tempi di conservazione ammontano a cinque anni, con l’avvertenza che in tema fiscale, per il pagamento di alcuni tributi (ad esempio imposte sui redditi, Iva e Ici), è bene prolungare di due anni il tempo previsto, considerato che spesso vengono prorogati i termini per il relativo controllo. Altri documenti, non soggetti all’obbligo, sarebbe bene conservare comunque: dal libretto di lavoro alle lettere di assunzione, licenziamento o dimissioni; dalle buste paga agli atti di matrimonio, separazione e divorzio, ai contratti di affitto registrati; dagli atti notarili di compravendita alle visure catastali di terreni e fabbricati; dai contributi previdenziali Inps o delle Casse di previdenza alle sentenze di tribunale. Perfino i risultati degli esami medici. Il ventaglio dei tempi di conservazione delle ricevute, a seconda dei versamenti effettuati, è illustrato nell’articolo integrale, disponibile in link.
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