Manca meno di un mese alla scadenza per il pagamento del saldo 2005 e per il pagamento del primo acconto 2006 per professionisti e autonomi e la controversa questione sulla compatibilità dell’Irap con le norme comunitarie (VI Direttiva Ce) ancora non ha trovato una soluzione. Sull’intera vicenda pesa l’attesa per la causa di legittimità del tributo, che nel frattempo si sta trasformando per i contribuenti italiani in un’occasione “ghiotta” per ottenere la restituzione di quanto versato all’Erario negli ultimi quattro anni. In attesa del verdetto definitivo, quindi, continuano ad aumentare le cause che attendono il giudizio della Suprema corte, che a volte si esprime a favore dei contribuenti e a volte persevera nella sua intransigenza. Il tutto senza, però, non pochi dubbi per gli stessi contribuenti. Per esempio, anche le Commissioni tributarie e provinciali - che finora sono intervenute in materia - hanno espresso pareri diversi e a volte anche discordanti tra di loro: ha di recente affermato che l’Irap è dovuta, salvo rare eccezioni ed è compatibile con l’Iva. Eppure, un anno fa era stata proprio la stessa Commissione a disapplicare l’imposta perchè in contrasto con la sesta direttiva. Dall’insieme di tutti questi pareri si è, comunque, giunti ad una sorta di indirizzo equilibrato, che salva dall’imponibile i mini studi e assoggetta ad imposta le grosse realtà professionali, equiparabili a vere e proprie imprese. L’ultima decisione spetta, comunque, sempre al giudice chiamato a “soppesare” l’organizzazione di studio.
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