Maxi-Iva per le immobiliari

Pubblicato il 05 luglio 2006

Il passaggio dal regime di imponibilità al regime di esenzione delle operazioni di cessione e locazione di fabbricati - di cui non possono fruire i non residenti e coloro che in via esclusiva o prevalente effettuano cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili e di mezzi di trasporto nuovi - richiede che si proceda alla restituzione dell’Iva in precedenza detratta. L’incombenza della rettifica della dichiarazione peserà non poco sulle società immobiliari, soprattutto su quelle di gestione, tanto che il decreto legge n. 223, pubblicato in Gazzetta Ufficiale di ieri, ha dovuto attenuare il colpo attraverso la previsione della rateazione. Il Fisco, cioè, incasserà in tre rate, di cui la prima entro il 27 dicembre, le altre nel 2007 e nel 2008. Con l’articolo 35 della manovra bis, vengono riscritte le regole di cui ai punti 8 e 8-bis dell’articolo 10 del dpr 633/72, che ora dichiarano esenti dall’Imposta (con una soglia di volume d’affari stabilita in 7mila euro, in riferimento al consuntivo dell’anno precedente o alla previsione fatta in sede di iscrizione all’Iva):

 

. locazioni e affitti, relative cessioni, risoluzioni e proroghe, di terreni e aziende agricole, di aree diverse da quelle destinate a parcheggio di veicoli, per le quali gli strumenti urbanistici non prevedono la destinazione edificatoria, e di fabbricati, comprese le pertinenze, le scorte e i beni mobili destinati durevolmente al servizio degli immobili locati e affittati;

 

. cessioni di fabbricati o di porzioni di essi, escluse quelle effettuate, entro cinque anni dalla data di ultimazione della costruzione o dell’intervento, dalle imprese costruttrici o da quelle che vi hanno eseguito, anche tramite imprese appaltatrici, gl’interventi di cui all’articolo 31, comma 1, lettere c), d), e) della legge 457/78. L’ambito d’esenzione è, pertanto, più ampio, poiché ora riguarda anche le locazioni finanziarie degli immobili, inclusi i fabbricati strumentali per natura e le cessioni di fabbricati di qualsiasi tipologia, fatta eccezione per quelli venduti dalla imprese costruttrici o ristrutturatrici entro cinque anni dall’ultimazione dei lavori.

Se l’obiettivo del nuovo provvedimento è colpire l’evasione, le misure indicate non sono tuttavia selettive, come spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che afferma: “Il giudizio è negativo, non tanto per le tasse in sé ma perché in questo contesto si è fatto di tutta l’erba un fascio. Il decreto, così come è concepito oggi, mette insieme operazioni speculative con quelle di gestione degli immobili per il risparmiatore sotto il tetto della lotta all’evasione fiscale, senza tenere conto di quanto accaduto negli ultimi dieci anni nel settore. Le property company quotate in borsa e i fondi immobiliari sono stati anche troppo controllati e quindi certamente non hanno connessioni con il tema dell’evasione.”.

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