Libro unico, vecchio visto

Pubblicato il 01 ottobre 2008

La Fondazione studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro ha attivato una casella e-mail tramite la quale fornisce risposte ai principali dubbi emersi in questa prima fase di applicazione della normativa del nuovo libro unico del lavoro istituito dalla Dl n. 112/08 (art. 39 e 40) e dal decreto ministeriale del 9 luglio, mentre i chiarimenti applicativi sono stati rilasciati dalla circolare del Lavoro n. 20/08. La disciplina del libro unico, che diventerà obbligatorio a partire dal periodo di paga 2009, interessa la generalità delle imprese del settore privato. Aziende e professionisti chiedono delucidazioni circa le nuove modalità di compilazione, la regolare tenuta ed esibizione del libro e gli elementi da registrare. La Fondazione ha rilasciato le seguenti spiegazioni:

- tra i datori di lavoro privati tenuti a istituire il nuovo libro unico rientrano anche le Spa e le Srl costituite da enti locali per la gestione dei servizi pubblici, perché seppur formati da capitale pubblico questi soggetti conservano la natura privata;

- l’obbligo della tenuta del libro unico esiste anche per i rapporti di lavoro svolti all’estero, che presuppongono la stipula di un contratto di lavoro subordinato o autonomo in Italia;

- nessuna iscrizione è prevista per i lavoratori autonomi occasionali, mentre per i lavoratori distaccati, come per quelli somministrati, i dati da inserire sono quelli che riguardano il lavoratore oltre al nome dell’azienda distaccante;

- se il libro unico è conservato presso la sede del consulente del lavoro, l’azienda dovrà inviare la comunicazione alla direzione provinciale del Lavoro entro il termine del periodo transitorio. Questa comunicazione può essere fatta subito e produrrà i suoi effetti anche durante il periodo transitorio;

- infine, il consulente del lavoro, gli altri professionisti e i Caf già in possesso di una abilitazione alla numerazione unica non devono rinnovare l’autorizzazione Inail per gestire il libro unico.

Da qui alla fine dell’anno rimangono da delineare le soluzioni di alcuni problemi applicativi che riguardano – per esempio – le aziende con più unità produttive sul territorio, quelle che gestiscono direttamente una parte del personale mentre un’altra parte viene affidato al consulente del lavoro, oppure quelle aziende che adottano un calendario sfasato e che dovranno stampare il libro unico nei 16 giorni successivi al mese di riferimento.

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