Le entrate tributarie hanno evidenziato nei primi tre mesi del 2006 un incremento complessivo del 7,6%, rispetto allo stesso periodo del 2005. Gli incassi dello Stato sul fronte fiscale sono riportati nel bollettino di marzo (relativo al periodo gennaio-marzo) delle Entrate tributarie del Dipartimento per le politiche fiscali. Nel periodo di riferimento, le entrate si sono attestate a 79.298 milioni di euro, con una crescita netta di 5.618 rispetto all’anno precedente. La variazione delle imposte dirette (51,5% del totale delle entrate) è stata del 9,2%; per quelle indirette, l’aumento è stato del 6%. In dettaglio, si evidenzia che tra le imposte dirette i risultati migliori sono stati portati dall’Irpef, con una crescita di oltre 2 miliardi di euro. Segnali positivi sono giunti dalla Commissione Ue, che ha fornito un’ulteriore lettura dei dati pubblicati relativi all’intero anno (Pil 2006 all’1,3% e deficit al 4,1%). Un’apertura di credito, dunque, alla possibilità che i conti pubblici possano convergere verso i livelli prospettati dall’ex ministro dell’Economia (deficit al 3,8%).
Anche dei Conti, in un documento sulla “Finanza previdenziale” trasmesso al Parlamento, ha preso in esame la situazione dei conti pubblici italiani, affermando che senza la spesa previdenziale quest’ultimi “presenterebbero un apprezzabile avanzo”. Nel rapporto si sottolinea che il problema della previdenza non va risolto aumentando le aliquote contributive, definite “già alte”, ma attraverso “nuovi interventi correttivi, intesi a contenere il flusso della spesa, accorciando significativamente il percorso di stabilizzazione al fine di evitare ulteriori tensioni sui conti pubblici negli anni futuri ed eccessive penalizzazioni per le generazioni più giovani”.
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