L’archiviazione del reato penale del rappresentante non frena l’accertamento sull’azienda

Pubblicato il 13 ottobre 2010 La Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 21049/10 depositata il 12 ottobre 2010, ha chiarito che il giudice tributario ha l’obbligo di accertare sempre la fondatezza della pretesa fiscale potendo considerare o meno la decisione penale passata in giudicato. Infatti, il confine tra giudizio penale e giudizio tributario è segnato dal principio che recita: “l’efficacia vincolante del giudicato penale non opera automaticamente nel processo tributario, sicché, anche qualora i fatti accertati in sede penale siano gli stessi per i quali l'amministrazione finanziaria ha promosso l'accertamento nei confronti del contribuente, il giudice tributario è tenuto comunque ad accertare la fondatezza della pretesa fiscale nell'esercizio dei propri autonomi poteri di valutazione della condotta delle parti e del materiale probatorio acquisito agli atti”.

Nel caso di specie una Ctr laziale, con sentenza 206/10/07, aveva annullato l’avviso di accertamento verso una Srl dal momento che il legale rappresentante della stessa era stato assolto in sede penale dall’accusa di evasione fiscale.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

CCNL Servizi assistenziali Uneba - Ipotesi di accordo del 20/12/2024

10/01/2025

Ccnl Servizi assistenziali. Rinnovo

10/01/2025

Spese di assistenza interamente deducibili per il disabile grave

10/01/2025

Giornalisti parasubordinati, DasmOnline a regime dal 17 gennaio

10/01/2025

Lavoro agile o smart working

10/01/2025

Rateazione dei debiti per premi ed accessori non iscritti a ruolo

10/01/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy