Le ripercussioni negative sul sistema Paese di una pronuncia di incompatibilità dell’Irap con le regole della Comunità europea, di proporzioni enormi, possono essere contenute solo limitandone nel tempo la decorrenza. La data di pubblicazione della sentenza della Corte di giustizia della Comunità europea potrebbe essere giugno o luglio, quindi prossima, proprio in virtù della rilevanza che la pronuncia assumerà in sede di definizione del nostro Documento di programmazione economica e fiscale. Le misure di finanza pubblica che dal Dpef conseguono sono, infatti, condizionate dalla sorte dell’imposta sulle attività produttive. E’ improbabile che il tributo sopravviva, poiché il suo destino è legato al modo in cui ne valuterà la coesistenza con l’Iva, la cui caratteristica dell’essere proporzionale al valore dei beni e dei servizi ceduti sul mercato coincide esattamente – stando al parere espresso nell’ordinanza della Commissione tributaria di Cremona - con quella dell’Irap di agire proprio come imposta generale e proporzionale sul prezzo di cessione al consumo di beni e servizi.
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