La riforma della mediazione rischia di essere snaturata

Pubblicato il 08 giugno 2011 Con una lettera sottoscritta da Cndcec, Unioncamere, Confapi, Rete Imprese Italia, Confagricoltura, Confindustria, Coldiretti, Cooperative italiane, Cia, Compagnia delle opere e i Consigli nazionali di Ingegneri, Geometri e Architetti, un messaggio al Guardasigilli Alfano: ai fini del successo del nuovo istituto della mediazione si ritiene positiva l’apertura di un confronto con la categoria forense, ma è forte il timore che potrebbero essere snaturate le caratteristiche qualificanti della mediazione, finendo per disincentivarne l’utilizzo e vanificarne la reale efficacia.

Si fanno avanti i firmatari della missiva, rendendosi disponibili alla partecipazione al tavolo di confronto per la discussione degli aggiustamenti del testo normativo.

I punti che destano maggiori preoccupazioni sono due:

- l’applicazione di un limite di valore per l’obbligatorietà della mediazione che taglierebbe fuori la stragrande maggioranza delle controversie tra imprese;

- la previsione dell’assistenza necessaria di un legale, specie se generalizzata, che potrebbe avere, per gli utilizzatori della mediazione, un notevole impatto in termini di costi (in proposito si osserva che la mediazione non necessita di particolari competenze giuridiche).
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