La Corte di cassazione, con la sentenza n. 46509 del 17 dicembre scorso, si è occupata di una vicenda penale in cui un ispettore di polizia, senza una formale autorizzazione, aveva consentito l'ingresso di alcuni cronisti nell'abitazione di un indagato in un'inchiesta di abusi sessuali. Mentre è stata confermata l'assoluzione dei giornalisti, poiché erano ignari dell'assenza della autorizzazione, i giudici di legittimità hanno riconosciuto la responsabilità penale, per abuso d'ufficio e violazione della privacy, dell'ispettore; quest'ultimo si era difeso negando di aver violato la privacy dell'indagato in quanto la casa era vuota. Secondo la Corte, tuttavia, il reato contemplato dall'art. 615bis cp, si configura con l'illecita captazione non soltanto delle vicende che si svolgono in un'abitazione privata, ma anche della cornice in cui si svolge l'esistenza della persona. In particolare, “Assume rilievo penale anche la sola ripresa di fotografie di un domicilio privato, pur privo di persone, in cui abitualmente si sia svolta la vita di una o più persone”.
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