La class action al raddoppio

Pubblicato il 28 dicembre 2008

Il Governo ha presentato, lo scorso 23 dicembre, un emendamento al collegato sviluppo in discussione al Senato, nel quale vengono riscritti numerosi aspetti della disciplina sulla class action. Lo stesso Governo, il 19 dicembre, con il decreto ‘milleproroghe”, ha rinviato di ulteriori 6 mesi il debutto dell’azione collettiva nel privato. Ora l’obiettivo è di approvare la nuova versione della class action entro la fine di giugno del 2009. Così, in base alle nuove previsioni, l’azione potrà essere proposta anche dal singolo, utilizzando anche l’aiuto di associazioni e comitati; viene accentrata la competenza nei tribunali dei capoluoghi di regione e ridefinito il procedimento e le forme di pubblicità. Molto discussa è la sostanziale esclusione della retroattività: l’azione collettiva, infatti, è annessa solo per gli illeciti commessi a partire dal 1° luglio 2008. Altra sostanziale novità consiste nella previsione, inclusa nel disegno di legge delega sull’efficienza nella pubblica amministrazione, già approvato dal Senato, che consente ad ogni cittadino di agire in giudizio quando la violazione di parametri qualitativi ed economici, l’omesso esercizio di poteri di vigilanza o sanzionatori, la violazione di termini o la mancata emanazione di atti amministrativi, abbia provocato la lesione di interessi rilevanti per una pluralità di utenti.

Sono tre gli obiettivi della Class action da considerare nella valutazione del senso delle modifiche presentate dal Governo; così, l'azione collettiva: deve essere uno strumento processuale idoneo a razionalizzare il contenzioso collettivo; non deve essere distorsivo per la concorrenza tra le imprese; deve essere sussidiario all'azione di regolazione pubblica.

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