In attesa che la Corte Ue si esprima in maniera definitiva sulle sorti dell’Irap e sulla sua eventuale annullabilità per similitudini con l’altra imposta indiretta dello Stato italiano (l’IVA), i dubbi che assalgono i contribuenti riguardano soprattutto i tempi per richiedere i rimborsi dell’imposta versata. Da Bruxelles potrebbe, infatti, giungere un verdetto di non facile interpretazione, che potrebbe alimentare perplessità tra gli stessi contribuenti a seconda dell’anno per il quale è stata richiesta la restituzione. Due sono le date finora tirate in gioco: quella del 24 gennaio 2004 e quella del 17 marzo 2005. Ciò potrebbe far sorgere delle discriminazioni tra le domande a seconda del periodo di presentazione. Nel primo caso, sarebbero forse pochissimi a potersi avvalere del rimborso, visto che non sarebbero ammissibili istanze di rimborso basate su motivi diversi da quelli dell’incompatibilità dell’Irap con la sesta direttiva Iva. Il vero boom dei ricorsi Irap si è, invece, avuto a partire dal 17 marzo 2005. Ciò potrebbe pero significare, salvo sorprese da parte della sentenza attesa, che anche chi ha presentato l’istanza prima di quella data non potrà chiedere il rimborso per il 2004 e per il 2005. Secondo l’avvocato generale Stix-Hackl, dopo i lunghi confronti fatti, la condanna di illegittimità dell’Irap per incompatibilità non sembra più così ovvia, tanto, in un certo senso, da poter riaprire i “giochi”.
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