In merito all’applicazione dell’aliquota Irap massima nelle sei regioni con la sanità in deficit, che solleva numerosi dubbi interpretativi, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta solo precisando che la maggiorazione dell’1% dell’aliquota si applica sulla base del 4,25%. Spetta ai contribuenti decidere se pagare subito o attendere il 20 luglio, con l’aggiunta dello 0,40%, in attesa di indicazioni più chiare. Nel frattempo, restano alte le tensioni tra i professionisti e le categorie produttive. I dubbi più grandi riguardano il settore agricolo: la norma fa riferimento all’applicazione della maggiorazione Irap dell’1% sull’aliquota base; pertanto per il settore agricolo, la cui aliquota “ordinaria” e dell’1,9%, si pone il dubbio se l’addizionale resterebbe sempre pari all’1%, portando le imprese agricole operanti nelle regioni interessate a pagare l’Irap al 2,9 per cento. Di fatto, nei comunicati interministeriali non si fa riferimento esplicito al settore agricolo, generando così la speranza che esso sia escluso dalla maggiorazione.
Altra questione riguarda le società di capitali con esercizio non coincidente con l’anno solare. La norma prevede la maggiorazione Irap per il 2006 e, quindi, resta da chiarire da quando le società, con il periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, debbano utilizzare l’addizionale del 5,25%. La perplessità ha colto anche Assonime, che nella circolare n. 24, pone addirittura il dubbio che la maggiorazione possa riguardare anche il saldo del periodo d’imposta che abbraccia il 2005. (si veda l’articolo “Assunzioni, incentivi “mobili”” sempre nell’Edicola di oggi).
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