“Continuamente arrivano sentenze che cambiano le carte in tavola per i contribuenti”.
“Il giudice si trova ormai a dover interpretare il diritto nazionale alla luce di quello comunitario. Le sue decisioni sono per forza di cose di tipo evolutivo”.
Due (logicamente) antitetici giudizi delle recenti, discusse, pronunce di Cassazione su abuso del diritto, compensi agli amministratori di società, Irap, studi di settore. Le prime favorevoli al fisco, con conseguente interpretazione uniforme della prassi agenziale; le seconde al contribuente.
Provengono rispettivamente da Claudio Sciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, e Massimo Scuffi, presidente del Tribunale di Aosta, già componente della Sezione tributaria della Cassazione.
L’uno ad auspicare il ritorno ad un equilibrio tra fisco e cittadino, l’altro a difendere la sensibilità della Corte verso il diritto della Comunità europea, nel cui ambito nasce, ad esempio, l’abuso del diritto.
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