Il risarcimento si fa più difficile

Pubblicato il 27 ottobre 2007 Il Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 22 ottobre 2007 n. 12, ha affermato che prima di chiedere un indennizzo per i danni subiti a causa di un atto pubblico deve esserne ottenuto l’annullamento. In altri termini, il risarcimento per un danno procurato da un atto pubblico si fa più difficile perché per ottenere l’indennizzo è necessario conseguire prima l’annullamento del provvedimento. Con questa presa di posizione si vuole sottoporre ai più rigidi termini di prescrizione (60 giorni previsti per l’annullamento) anche l’azione per il risarcimento che, da sola, può essere proposta, invece, entro cinque anni. Cioè i termini per impugnare l’atto diventano molto più stretti. Con tale pronuncia, il Consiglio di Stato ha voluto evidenziare soprattutto due concetti: la consequenzialità e la pregiudizialità. Per il Consiglio, la necessità di un precedente giudizio indirizzato alla cancellazione dell’atto è conveniente anche per il cittadino che propone l’azione. Tale pronuncia si discosta dagli orientamenti più recenti della Corte di Cassazione, profilando una nuova frattura tra giudice amministrativo e giudice civile in tema di risarcimento dei danni causati da provvedimenti amministrativi illegittimi. 
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