Il nuovo Catasto con azioni compensative

Pubblicato il 28 dicembre 2011 Il Governo promette che la rivoluzione del Catasto non sarà onerosa per i contribuenti. L’azione compensativa annunciata dall'Esecutivo prevede che in caso di aumento degli estimi si avrà un prelievo fiscale basato su aliquote meno pesanti. Tuttavia, l’idea di riforma parte dall’evidente sperequazione tra valore di mercato e valore catastale degli immobili, che porta a vere ingiustizie in merito alla tassazione. L’intenzione è quella di annullare disparità clamorose, come quelle in vigore oggi in molte città, dove pagano aliquote più salate coloro che abitano in periferia, piuttosto che chi possiede un immobile in centro storico dal valore ben superiore, considerando ubicazione, valori locativi e di mercato. Ma quale ingiusta sproporzione verrebbe sanata con una riforma a costo zero per il contribuente che fin’ora ha pagato meno di uno che ha una casa equiparabile alla sua? Mantenere la promessa sarà difficile per il Governo, dal momento che tutte le imposte che gravano sulla casa fanno riferimento al sistema Catasto. Assieme all’adeguamento degli estimi, nella misura del 60%, la nuova classificazione in qualche modo dovrà pesare sull’Imu.

Come spiegato dal Mef, cinque criteri saranno tenuti in considerazione per la revisione del Catasto:

 - la costituzione di un sistema catastale che contempli assieme alla rendita il valore patrimoniale del bene, al fine di assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione;

- la rideterminazione della classificazione dei beni immobiliari;

- il superamento del sistema vigente per categorie e classi, attraverso un sistema di funzioni statistiche che correlino il valore del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione;

- il superamento, per abitazioni e uffici, del vano come unità di misura della consistenza a fini fiscali, sostituendolo con la superficie;

- la riqualificazione dei metodi di stima diretta per gli immobili speciali.

La riforma del Catasto toccherà anche l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).

Con la rivalutazione verrebbero bloccati gli effetti distorsivi del vigente Catasto sullo strumento selettivo per l’accesso ai servizi sociali, determinato tenendo conto anche del patrimonio immobiliare valutato su base catastale, che incidono pesantemente sui segmenti meno abbienti della popolazione.
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