Per ristabilire la fiducia verso gli enti pubblici e contenere il malcontento che sta coinvolgendo anche le organizzazioni senza fini di lucro serve maggiore trasparenza nell’informazione e chiarezza nel rendicontare. Per favorire il raggiungimento di questo obiettivo, le categorie professionali, a cominciare dai dottori commercialisti, sono pronte ad offrire un loro valido contributo, mettendo a disposizione dei cittadini un “decalogo” di comportamenti virtuosi e di indicatori finalizzati a misurare l’efficacia nell’impiego delle risorse sia che derivino dal prelievo fiscale sia che vengano raccolte tramite donazioni o lasciti. Sempre nel decalogo sono, inoltre, riportati orientamenti su come ridurre le spese di struttura e di raccolta dei Fondi.
Intanto, l’impresa sociale è pronta per il debutto. Manca, infatti, solo la firma del ministro per la Solidarietà sociale sui decreti legislativi che completano l’attuazione della legge delega n. 185/2005 che disciplina, appunto, l’impresa sociale. La qualifica di impresa sociale scatterà per le numerose Onlus che esercitano principalmente un’attività economica che risponde a fini sociali e di interesse generale. Tali imprese beneficeranno della fiscalità leggera riservata alle Onlus.
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