Il Fisco entra in banca con Internet

Pubblicato il 28 agosto 2006

Parte venerdì 1° settembre il sistema di posta elettronica certificata: Gdf e agenzia delle Entrate, da un lato, e operatori finanziari dall’altro, potranno scambiarsi solo per via telematica le richieste e le risposte relative ai controlli bancari sul contribuente. L’operazione che sarà completata con la nascita dell’archivio informatico dei rapporti, consentirà al Fisco un accesso più rapido e agevole ai movimenti bancari, rendendo più dura la vita per gli evasori. La mini-rivoluzione si affianca, infatti, alle nuove misure in materia di contrasto all’evasione varate dalla manovra d’estate. I soggetti destinatari delle richieste dell’amministrazione finanziarie e Gdf sono le Banche, Poste, Società finanziarie, di leasing e factoring, Società di servizi di investimenti, eccetera. Essi hanno 30 giorni di tempo per rispondere, prorogabili di altri 20 giorni in casi di particolare complessità. I dati che dovranno essere trasmessi riguarderanno: le movimentazioni sui conti correnti intestati al soggetto controllato; gli estremi di identificazione di chi materialmente ha effettuato il versamento su un libretto al portatore acceso da un prestanome; i rapporti fiduciari (ex legge n. 1966/1939); la gestione collettiva del risparmio; il conto terzi individuale o globale, i crediti e i crediti di firma; i Finanziamenti e molti altri ancora.   

Inoltre, dalle disposizioni contenute nel Dl 223/06 nasce anche un nuovo archivio, presso l’Anagrafe tributaria, che conterrà i nominativi della clientela posseduta da ogni operatore finanziario. Infatti, questi ultimi dovranno comunicare le generalità, compreso il codice fiscale, di tutti i clienti titolari di un rapporto continuativo. Si tratta, di fatto, di uno strumento equivalente all’anagrafe dei rapporti di conto e di deposito prevista dalla legge 413/91, e dal Dm 269/2000, ma mai realizzata.

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