Non accennano a placarsi le polemiche sugli studi di settore. Ieri, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Romano, in audizione presso finanze di Montecitorio, ha evidenziato che tramite gli studi di settore “adeguatamente “ modificati è possibile un risparmio di circa il 60% delle imposte rispetto a quelle conseguenti all’accertamento ordinario. I nuovi indicatori, infatti, andrebbero a colpire le forzature degli studi per giungere alla congruità, che in passato avrebbero condizionato in negativo il gettito derivante dall’adeguamento, colmando il dislivello pari al 60% tra quanto dichiarato e quanto riscontrato dalle verifiche. Intanto le Associazioni hanno chiesto in un documento unitario, la sospensione dell’applicazione degli indicatori di normalità ed una revisione degli studi di settore in collaborazione con le associazioni di categoria.
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