Usano gli aggettivi "parziale" e "disorganica" i membri del Consiglio superiore della magistratura riferendosi alla riforma del diritto fallimentare, che penalizzerebbe, attraverso la scelta di attenuare il carattere giurisdizionale delle procedure concorsuali, i creditori più piccoli e, perciò, meno garantiti. In totale controtendenza rispetto agli altri Stati, dove si tenta di ricondurre le crisi d'impresa in "alveo giudiziale". Le nuove regole su accordi stragiudiziali e revocatorie rischiano di incentivare "pagamenti preferenziali", quindi disparità. Le critiche del Csm (che contesta anche la mancata riforma dei reati fallimentari) investono già l'iter legislativo della riforma, viziato da "anomalie rilevanti".
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".