Il concordato preventivo non trova slancio

Pubblicato il 14 febbraio 2009

Dai dati di una ricerca della Luiss e di un gruppo di giudici delegati dell'Osservatorio sulle procedure concorsuali è emerso che, nel periodo di applicazione della recente riforma fallimentare, lo strumento del concordato preventivo è risultato inefficace; in particolare, gli obiettivi posti con la riforma e volti a permettere, da un lato, un'emersione tempestiva della crisi d'impresa e, dall'altro, la possibilità per l'impresa stessa di proseguire l'attività da risanare, non sono stati raggiunti.

In considerazione dei 420 procedimenti concorsuali monitorati è emerso che fanno ricorso al concordato soprattutto due tipologie di imprese, le Spa e le Srl, e che, in ordine al contenuto delle proposte avanzate, solo nel 15% dei casi il piano prevede la prosecuzione in tutto o in parte dell'attività. Nel 98% dei casi, se il concordato non è approvato scatta la dichiarazione di fallimento. Sulla fisionomia dei professionisti che attestano il piano, la ricerca sottolinea che nell' 90% dei casi si tratta di commercialisti, nel  4% di avvocati e di altro % di società di revisione.

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