Il commercialista che truffa in carcere anche se fuori dall’Albo

Pubblicato il 26 agosto 2011 La quinta sezione penale della Corte di cassazione, con sentenza n. 32857 del 25 agosto 2011, chiarisce che il commercialista accusato di truffa anche se cancellato dall'Albo non ha diritto agli arresti domiciliari.

Nel ricorso, per ottenere i domiciliari al posto della detenzione in carcere, era stata evidenziata dalla difesa la mancanza delle esigenze cautelari, sulla base del fatto che il commercialista non avrebbe più potuto esercitare in quanto non iscritto all’Albo.

Ma la Corte spiega che nel caso in esame sussiste il pericolo di reiterazione di condotta criminosa, dunque: la cancellazione dall'albo è circostanza poco significativa, “atteso che il rischio consiste non nel fatto che il professionista reiteri lo stesso reato, ma reati della stessa indole”.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Settimana corta: testo base all'esame dell'Aula alla Camera. Cosa prevede

25/10/2024

Legge di Bilancio 2025: incentivi, bonus edilizi e crediti d’imposta. Le novità

24/10/2024

Bonus nuove nascite e asilo nido: le novità della Legge di Bilancio 2025

24/10/2024

Taglio al cuneo fiscale e bonus mamme: due agevolazioni in busta paga

24/10/2024

CPB: non arriva la proroga. Sciopero dei sindacati dei commercialisti

24/10/2024

Licenziamento per superamento del periodo di comporto: evoluzione giurisprudenziale

24/10/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy