Il codice attività errato si paga
Pubblicato il 23 febbraio 2009
Corte di Cassazione. Sentenza n.
3287 del 2009: basandosi sulla sterile analisi dell’articolo 39, comma 1, lettera d) del Dpr 600/1973 - secondo cui le determinazioni parametriche rappresentano presunzioni semplici precise e concordanti, in base alle quali gli uffici fiscali possono presumere l’esistenza di maggiori compensi o ricavi non dichiarati – la Suprema corte legittima la rettifica del Fisco con i parametri quando il contribuente comunichi un codice attività errato e relativo ad altra categoria produttiva. Spetta ad egli dimostrare che l’attività esercitata è diversa anche se all’epoca della dichiarazione mancava un codice specifico.