Il tanto atteso adeguamento può ancora aspettare. Sono passati anni da che si attendeva il varo dei decreti per l’adeguamento automatico degli importi massimi e nulla è stato fatto: le esenzioni per le indennità, per le liberalità e per alcuni benefit concessi ai dipendenti sono ancorati, infatti, ai valori fissati dieci anni fa e scontano, quindi, u'inflazione superiore al 15% e, soprattutto, un pesante “effetto euro”. Stessa sorte è toccata a tutti quegli importi fissi che il Fisco concede ai contribuenti come sconto individuale nella determinazione del proprio reddito.
Anche gli importi degli oneri deducibili o detraibili sono fermi ai livelli di dieci anni fa. Un esempio è rappresentato dalla detrazione degli interessi passivi sui mutui per l’abitazione principale, il cui tetto è ancorato a 3.615,20 euro dal 1994 e dalla deduzione per le erogazioni liberali a favore di alcune Chiese, pari a 1.032,91 euro, che addirittura si rifanno ai valori introdotti nel prescindere dall’inflazione, soprattutto l’avvento dell’euro ha ridotto il risparmio di imposta per chi sostiene queste spese.
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