Fondazione Studi: legge Fornero contro le assunzioni
Pubblicato il 12 febbraio 2013
Con la
circolare n. 1 dell’11 febbraio 2013, la Fondazione studi dei consulenti del lavoro mette nero su bianco “
le criticità che fanno diventare illusoria la crescita dell'occupazione e che confermano la tendenza alla chiusura delle aziende”, come spiega Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi.
Invece di puntare a risolvere il problema del costo del lavoro, una delle componenti più gravose della gestione aziendale, segnalato da tantissimo tempo dai consulenti, le attenzioni sono sempre rivolte ad altri problemi. Questa osservazione del presidente De Luca rivela il contenuto del documento, che denuncia mancati provvedimenti o provvedimenti che non tengono conto delle reali esigenze dei datori di lavoro e che ostacolano l’occupazione.
La sintesi dell’intervento del ministro Fornero sulla disciplina del lavoro è: più oneri per le imprese, anche quando si licenzia, e meno incentivi per le nuove assunzioni. Di fatto l’aumento della disoccupazione.
Tra le regole che incrementano gli oneri pecuniari dei datori spicca il ticket sui licenziamenti (41% del massimale mensile ASpI), ai fini del finanziamento dell’ASpI, di dipendenti con contratto a tempo indeterminato, per di più anche quando questi non hanno i requisiti per tale tutela. Non basta. La tassa opera anche in caso di contratti di apprendistato per recesso da parte del datore di lavoro al
termine della fase di apprendistato.
Inoltre, molte delle agevolazioni in favore delle assunzioni non sono state mantenute. Tra queste, dal 2013 non opera più la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità per i lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo da aziende che occupano anche fino a 15 dipendenti, che non posseggono le condizioni per l’attivazione delle relative procedure (vi rientrano anche le imprese artigiane). E sono stati eliminati gli incentivi per le assunzioni nel 2013 di lavoratori già appartenenti a tali liste.
Una grave pecca riguarda l’agevolazione al 50% dei contributi a carico delle aziende: mancano i decreti sull’indicazione delle aree di residenza soggette ai benefici. L’agevolazione è bloccata.
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