Nell’articolo viene esaminato l’orientamento della giurisprudenza secondo i diversi regimi: quello vecchio per cui gli amministratori di società potessero essere solo persone fisiche e quello nuovo della riforma del diritto societario per cui tutti i soci di un’accomandita possono essere società di capitali. La tesi più liberale, entrata al posto di quella tradizionale, fa nascere dubbi in merito al regime del controllo tra società e all’applicazione della disciplina in tema di direzione e coordinamento. Nello specifico, la disciplina civilistica contempla anche una forma di controllo esterna nel caso in cui una società eserciti un’influenza dominante su un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali. L’articolo evidenzia come il nuovo orientamento ponga una netta dissociazione tra il concetto di gruppo configurabile in base alla disciplina societaria e quello che viene fuori dalla disciplina fiscale che rinvia al possesso di una partecipazione per la nozione di controllo.
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