di Cassazione, con la sentenza n. 26919 del 15 dicembre enunciato il seguente principio di diritto: è valido l’accertamento induttivo che l’ufficio delle imposte fa nei confronti di una società che vende all’ingrosso e le cui scritture contabili sono regolari, riferendosi esclusivamente a studi di settore fissati per la vendita al minuto. I supremi giudici, accogliendo il ricorso del Fisco e ribaltando la pronuncia di merito, hanno fornito una motivazione, favorevole al contribuente, in cui si legge “ha azzerato l’accertamento stesso affermando che gli studi di riferimento si riferivano ad altro settore di attività, quello del commercio al minuto di carni fresche: ma su tale affermazione la sentenza stessa non fornisce alcun riscontro, sicchè sul punto è fondata la censura mossa dal fisco di omessa motivazione”. In conclusione, dovrà pagare più tasse un commerciante di carni all’ingrosso che si era visto notificare un avviso di rettifica ai fini Ilor dall’ufficio delle imposte di Torino che aveva proceduto in via induttiva. Con questa pronuncia i giudici di legittimità fanno un altro passo in avanti, riconoscendo che l’accertamento è valido anche se si fonda esclusivamente su studi di settore, per di più riferiti al mercato al minuto, mentre la società operava all’ingrosso.
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