Fideiussione anche per l’Inps

Pubblicato il 12 marzo 2008 La legge di conversione del Dl milleproroghe ha disposto che sia l’agente della riscossione su richiesta del contribuente a concedere, in caso di difficoltà, la ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo sino ad un massimo di 72 rate. Si è voluto creare un rapporto diretto tra contribuente e agente della riscossione al fine di eliminare la precedente triangolazione, che vedeva coinvolto anche l’ufficio finanziario. Tuttavia, è stata lasciata intatta la parte della norma che dispone in materia di garanzia per le rateazioni di importo superiore a 50.000 euro l’intervento dell’agenzia delle Entrate. In altri termini, dalla lettura della norma, appare evidente la volontà di sottoporre le decisioni sull’idoneità di “tutte” le garanzie al Fisco. Il tentativo del trasferimento delle competenze a Equitalia ha sicuramente provocato qualche resistenza all’interno dell’amministrazione finanziaria, così che si è deciso di tenere il controllo delle Entrate sui casi più complessi. La cosa non è di poco conto se si pensa che le procedure di rateizzazione si applicano, tra gli altri, anche ai ruoli iscritti dagli enti pubblici previdenziali, secondo quanto disposto dal nuovo primo comma dell’articolo 26, del decreto legislativo 46/1999. L’estensione del vincolo della fideiussione, oltre che per gli importi superiori ai 50mila euro, anche ai contributi previdenziali ha suscitato alcune reazioni. Erano attese per la scorsa settimana le istruzioni sulla rateazione, che però ancora non sono arrivate. Da più parti si fa presente che la situazione che si è venuta a creare è grave e crea una complicazione per i contribuenti, tanto da richiedere un riordino della normativa per arrivare, al più presto, a un testo unico della riscossione, che disciplini in maniera ordinata i momenti della riscossione spontanea, di quella attraverso ruolo e di quella coattiva.
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